
Intervista a Vincent Mario Argondizzo
Vincent Mario Argondizzo, americano del Wisconsin trapiantato a Bologna da quasi venti anni e capo allenatore, o Head Coach all'americana, dei Warriors Bologna e della Nazionale Italiana di football.
D - Coach Vinny, sabato prossimo inizia una nuova avventura e i tuoi Warriors devono difendere un 2012 che li ha visti battuti sono in semifinale. Quali sono le aspettative per questa stagione?
R - Ogni anno é una storia nuova. Certo abbiamo sempre tanti talenti, ma ogni nuovo campionato qualcuno si perde, qualcun altro si rafforza. L'importante é sempre costruire un vivaio giovanile importante dal quale attingere sempre nuova linfa; ed i Warriors sono dei maestri in questo settore.
D - Questo significa che l'obiettivo finale é...?
R - Nel football l'obiettivo finale é solo uno e sempre uguale, ma nel mio football non se ne deve parlare. Io ho solo un obiettivo e non é quello finale ma semplicemente quello di vincere la prossima partita. Poi lunedì lo cambierò, ma solo nel nome e non nel sistema.
D - Perchè Bologna e perchè i Warriors ?
R - Scusa sai, ma io sono diel Wisconsin (Milwaukee) e cosa c'é lì di tanto importante? L'Harley Davidson e i Green Bay Packers. E a Bologna ? La Ducati e la Packaging Valley. In fondo dove altro potevo andare? (Sorride) In verità é stata l'Università che ci ha messo lo zampino ed ora sono contento.
D - Torniamo ai Warriors. Sabato sera cosa vedrà il pubblico di nuovo e cosa di vecchio?
R - Di nuovo io che sono più vecchio di due anni dall'ultima volta in cui sono stato Head Coach dei Blue, ma sicuramente più importante, l'offense capitanata da un nuovo leader, il qb Jacob Caron da Los Angeles. Poi tanti giovani in più, rinforzati da una nutrita presenza dei ragazzi dei Ravens di Imola che, per tutto questo campionato, sono Warriors a tutti gli effetti.
D - Dicci qualcosa di questo talento californiano.
R - Direi che i suoi numeri si presentano da soli : quasi 9500 yards guadagnate in quattro anni di College delle quali 8500 su lancio. Può bastare come biglietto da visita? E' come se il Bologna comprasse un calciatore di cui si sa poco ma che ha fatto 25 goal nel Barcellona. Ci sarà anche un problema di adattamento, ma come si dice da queste parti "quast que l'é bon !" Poi é un leader, sia per stazza (194 cm. per 105 kg), che come impostazione sul campo. E' giovane, quindi avrà bisogno di un po' di tempo per comprendere il nostro football, ma sa bene perché é sbarcato a Bologna e ha ben chiaro il suo compito: realizzare sempre il MIO obiettivo.
D - Cosa vuoi dire alla Community Guerriera che ti segue sempre con affetto?
R - Sabato 23 marzo, alle ore 21, non ci sono scuse di freddo o pioggia (la tribuna é coperta); non si spendono molti soldi (l'entrata é sempre gratis grazie agli sponsor dell'evento); non gioca più la Juventus a Bologna (é già venuta e se ne é andata con i tre punti). Non venitemi a dire che la TV trasmette qualcosa di interessante (proprio quella sera lì?). I Warriors, come sempre, hanno bisogno di avere il dodicesimo uomo W12 sul campo che, spesso, é importante come gli altri undici che indossano il casco. La musica, il calore, quell'angolo degli Stati Uniti che l'Alfheim Field (il campo in via degli Orti) rievoca in ogni partita sono una festa per tutti, giovani e adulti, donne e uomini, vecchi e bambini. Anche solo con un fazzoletto blu io vi aspetto tutti a tifare per i Warriors.... e poi, anche contro qualsiasi cabala possibile, lo voglio ricordare: dobbiamo difendere la ns. imbattibilità casalinga; non perdiamo in casa da oltre 2 annni, e questo è molto bello e dobbiamo fare di tutto per difendere la nostra terra..











