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Questo weekend si ferma la carovana guerriera, almeno per quello che riguarda il football di contatto.

Infatti saranno i giovanissimi della flag under 15 bianco/blu a tenere alto il blasone.
Domenica nella mattinata, presso l'impianto sportivo Pontelungo di via Agucchi, si svolgerà il secondo bowl del torneo nazionale di Flag, nel quale i Warriors se la dovranno vedere, in una giornata interdivisionale, con i Redskins di Verona e i Panthers di Parma. Nella prima uscita del campionato i giovanissimi bolognesi hanno ottenuto una vittoria ed una sconfitta, pareggiando la classifica degli altri team del proprio girone.
Coach Peppo e Coach Barba, i due allenatori della categoria, sono fiduciosi in quanto hanno visto la partecipazione di questi ragazzi durante le settimane di preparazione all'evento.
Il Flag football, non solo è propedeutico al touch football, ma ne condivide i principali valori, segnali fondamentali di questa disciplina sportiva.
Mentre la squadra maggiore, come tutte le franchigie della massima serie, sono fermi per l'impegno amichevole del Blueteam, la nazionale italiana che domenica 11 incontrerà un College Americano a Viterbo.
E' l'occasione per condividere un commento sulle 7 partite giocate fino ad ora che hanno visto i bolognesi vincere tre volte ed uscire sconfitti quattro.
Oramai le scelte iniziali del presidente Benassi sono note a tutti; un campionato privo di americani, valorizzando i tanti giovanissimi provenienti dal settore giovanile. Si sapeva chiaramente che l'esperienza in campo sarebbe stata inferiore, ma non si nascondeva affatto l'attesa che l'entusiasmo del gruppo potesse, almeno in parte, mediare questa mancanza.
Ipotizzare di arrivare a questo punto con un record di 0 vinte e 7 perse, non era poi così fuori dal mondo, soprattutto per chi da fuori Bologna, non conosceva bene l'organico dei giocatori e, soprattutto, la determinazione e la qualità di un coaching staff di primissimo livello.
A maggior ragione, dopo la sconfitta inaugurale contro quella che poteva sembrare la trasferta più facile, i Briganti di Napoli, era ancora più semplice considerare i guerrieri come l'ultimo team del girone (l'11°), in attesa solo di conoscere il nome della penultima per giocarsi la permanenza in serie A in un playout all'ultimo sangue.
Poi, piano piano, secondo il progetto di crescita lunga ma costante, così come definito dall'Head Coach Mauro Solmi e dall'Offensive Coordinator Massimo Vicinelli, sono apparsi i primi segnali positivi sulla qualità di qualche atleta. Sorvegliato speciale, naturalmente, il giovane qb. Simone Slusarz, che prima di Napoli non aveva mai giocato dall'inizio di un incontro nel football a 11 giocatori; e con lui tantissimi altri provenienti dalle giovanili o con veramente pochi minuti di campo sulle spalle.
Poi qualcosa é avvenuto; quel tanto decantato spirito guerriero che tanti successi ha generato negli anni scorsi, è tornato fuori alla grande, trasportato da un nuovo logo guerriero, figlio di cotanto padre, che ha suscitato una voglia di rivalsa che, magari un po' latente, era già comunque presente negli atteggiamenti iniziali dei ragazzi bianco/blu.
Giocatori, allenatori e società, si sono tutti stretti attorno al presidente Maurizio Benassi che, magari più da fuori che da dentro il campo, ha sempre perennemente impersonificato lo spirito combattente. Questo messaggio è arrivato ai ragazzi e a tutti coloro che potevano fare qualcosa per la prima franchigia di Bologna.
Così, senza molti proclami, ma con un costante impegno, sono arrivate le sconfitte all'ultimo minuto, quelle sonanti contro competitors di uno standing superiore, poi i successi più o meno sofferti.
Oggi con 3 vittorie, rispetto ad altre squadre che ne hanno una o nessuna, è fin troppo facile smentire gli scettici. Non è questo lo spirito di chi sta ancora lavorando perchè, come dice il proverbio, l'appetito vien mangiando, e il team non è affatto pago del risultato già raggiunto.

Poi cosa succederà nelle prossime gare, nessuno lo sa, ma paiono ben evidenti alcune considerazioni fondamentali che il nuovo corso del 2014 ha trasmesso a questa società che ha compiuto 33 anni di vita:
- la condivisione con tutti i partners delle scelte di rinnovamento decise dalla dirigenza ha portato a non far mancare il supporto necessario a garantire lo svolgimento di un campionato di massimo livello (grazie sponsor);
- lo staff di collaboratori ed amici che condividono con spirito volontaristico tutto il progetto e che rappresentano un valore fondamentale, non solo non è diminuito, ma ha trovato nuovi addetti alla corte del team (grazie staff);
- i media del territorio (stampa, radio e tv) considerano i Warriors non più un fenomeno sportivo di passaggio, ma lo identificano come parte integrante della sportività di una città che, negli sport considerati maggiori, sta attraversando un periodo molto complicato (grazie media);
- nelle tre partite interne sul proprio campo, quell'Alfheim Field oramai divenuto il simbolo del football a Bologna, tutti hanno assistito al sold out della vecchia tribuna, a conferma che la passione per questa franchigia va ben oltre la speranza, seppur comprensibile, che ogni anno sia obbligatorio attrezzare una squadra per vincere; e che non si dica che il motivo di ciò sarebbe la gratuità dell'entrata perchè i bolognesi non hanno nessuna intenzione di andare a "rompersi le scatole" una serata solo perchè è gratuita (grazie pubblico).

Sabato 17 maggio, alle ore 21, si ricomincia in casa contro i fortissimi Giants di Bolzano e sarà una nuova avventura.
Per questo weekend, godiamoci il riposo e l'orgoglio di vedere cinque guerrieri in azzurro contro i miti americani: Ricchiuti, Forlai, Mirenda, Fantazzini e Slusarz, un mix di esperti e giovanissimi già chiamati alla ribalta nazionale.
In bocca al lupo grandi guerrieri.